Be Factory, cantiere innovativo per la sicurezza: seguito un protocollo integrato con gli enti ispettivi

Praticamente conclusi i lavori in Be Factory, le ditte sono impegnate nelle ultime finiture in vista della consegna finale il prossimo 15 settembre della nuova area produttiva e di ricerca green-tech di Progetto Manifattura a Rovereto. Il cantiere, avviato nel maggio 2018 è rimasto fermo in via precauzionale da inizio marzo a metà maggio per il Covid-19.

Le nuove disposizioni di sicurezza per la ripartenza, adottate a metà maggio con la ripresa dei lavori, si sono innestate su una base molto solida, formalizzata ad inizio lavori, il 7 maggio 2018, con la firma del protocollo “Promozione della salute e della sicurezza sul lavoro nel cantiere e della regolarità dei rapporti di lavoro”: un accordo che rappresenta un caso significativo a livello nazionale e internazionale, frutto della collaborazione tra la principale ditta appaltatrice, la Colombo Costruzioni, una quindicina di aziende fornitrici di servizi (elettricisti, idraulici, carpenterie in legno), la committente Trentino Sviluppo, i servizi ispettivi (Uopsal e il Servizio Lavoro della Provincia autonoma di Trento), i centri di formazione come Centrofor, l’ufficio di coordinamento della Sicurezza in fase di esecuzione, coordinato da AIA Engineering, e i consulenti dell’impresa appaltatrice, tra cui in particolare QSA Srl.

«Un modello partecipativo – sottolinea Dario Uber, direttore dell’UOPSAL - che coniuga l’attività di assistenza e di controllo da parte dei Servizi di Prevenzione Pubblici delle Aziende Sanitarie con il coinvolgimento diretto delle imprese nella prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. Il continuo confronto assicurato durante il percorso tra i professionisti a vari livelli coinvolti e “gli addetti ai lavori”, ha permesso peraltro uno scambio di informazioni e conoscenze utili ad accrescere il livello di competenza dell’intero sistema di prevenzione. UOPSAL intende anche in futuro continuare a perseguire gli obiettivi di prevenzione proponendo ove possibile questo modello partecipativo in vari ambiti e settori».

 

«Un protocollo che in due anni di lavori – commenta l’ingegner Michele Ferrari, direttore dell’Area Immobili, Aree industriali e Gestione cantieri di Trentino Sviluppo – ha consentito di pressoché azzerare gli infortuni. Incontri, sopralluoghi e lavoro in sinergia che ha messo a punto precisi protocolli di sicurezza, ad esempio, per la casseratura, il montaggio di coperture e solai, l’armatura e il getto di fondazioni, solitamente le operazioni più delicate in un cantiere».

Tra gli accorgimenti messi in campo vi sono ad esempio la separazione, nella viabilità del cantiere, di percorsi pedonali e per automezzi, anche per evitare pericolose retromarce, continue verifiche statiche, sistemi anticollisione gru, gilet di colori diversi per i dipendenti di ditte diverse.

Un modello basato sulla prevenzione prima ancora che sulla vigilanza, da esportare ad altre esperienze cantieristiche future, in Trentino e fuori. In questi due anni, in ottemperanza al protocollo, sono stati organizzati confronti tecnici per le fasi di lavorazione che prevedevano esternalizzazioni dei processi produttivi e che presentavano particolari criticità o fattori di rischio. È stato valorizzato il buon funzionamento dei sistemi di gestione della sicurezza, aziendali e di cantiere, stimolando la collaborazione tra Responsabile servizio prevenzione e protezione, Coordinatore della sicurezza, medico competente, la consultazione e la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Sono anche state definite precise regole di relazione e comunicazione tra gli organi di vigilanza (Uopsal e Servizio Lavoro), organismo paritetico e i soggetti di cantiere coinvolti, in particolare sulle modalità delle fasi di assistenza e di quelle di controllo e flussi programmati di informazioni sia in materia di salute e sicurezza sul lavoro che in tema di appalti e di regolarità dei rapporti di lavoro. Con Centrofor sono state inoltre garantite numerose e costanti iniziative di consulenza e supporto tecnico, svolte direttamente in cantiere, a favore di imprese, subappaltatori, lavoratori, responsabili della sicurezza e coordinatori, con l’obiettivo di contribuire ad eliminare gli eventuali rischi presenti in quel momento e verificare che le azioni concordate al Tavolo di lavoro siano state effettivamente applicate.

Importante anche il ruolo svolto dal Servizio lavoro della Provincia autonoma di Trento, soprattutto nella fase iniziale del progetto, che ha consentito di organizzare al meglio nel cantiere le relazioni fra le varie imprese, evitando future contestazioni e dirimendo con professionalità fin da subito alcuni dubbi emersi. Non sono mancati nei due anni di lavori momenti dialettici, di confronto talvolta acceso e di composizione di interessi contrapposti, sempre tuttavia ma con l’intento di garantire il bene primario, ovvero la sicurezza in cantiere.

«In oltre cento anni di storia Colombo Costruzioni ha sempre prestato particolare attenzione alla gestione delle procedure necessarie a garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti e di tutti gli operatori nei cantieri, ma durante i due anni di lavoro a Rovereto – sottolinea Giovanni Amigoni, direttore tecnico di Colombo Costruzioni Spa - abbiamo avuto modo di apprezzare l’approccio collaborativo di tutti i soggetti coinvolti alla prevenzione ed alla vigilanza del cantiere. L’attuazione del protocollo ha dimostrato che le professionalità messe in campo garantiscono di prevenire e ridurre al minimo le possibilità di infortuni, ciò grazie anche alle capacità ed esperienze degli attori investiti in tale progetto. Quando fare sicurezza diventa uno scopo “sociale” i risultati si vedono e soprattutto gli stessi giovano a tutti i lavoratori interessati».