La via delle botteghe

da Annalisa Gerola

Nella “cittadella” della Manifattura Tabacchi non lavoravano solo le zigherane. Negli edifici dell’ampio complesso, circondato da alte mura, erano impiegate anche altre figure professionali: c’era il personale amministrativo, quello addetto alla sorveglianza dei bambini dell’asilo aziendale, c’era il personale medico, in infermeria, e quello del reparto mensa.

E c’erano gli artigiani della via delle botteghe. In un unico edificio che correva lungo tutto il muro di cinta, che oggi delimita via della Moia, erano presenti tutta una serie di laboratori. Lì, si trovavano le botteghe dei cassai, che realizzavano casse, con o senza coperchio, nelle quali venivano messi i pacchetti di sigarette.

Sempre lungo quella via c’erano i “moleti”. Termine dialettale, oggi conosciuto solo dai più anziani, che veniva usato per indicare gli arrotini. Tra i loro compiti vi era, per esempio, quello di mantenere ben affilate le lame delle trinciatrici.

C’erano poi le botteghe dei lattonieri, degli idraulici, dei falegnami e dei caldaisti. Tutti lavoravano per garantire il corretto funzionamento dei macchinari e la massima efficienza del sistema. Un sistema che doveva assicurare una produzione costante e, sempre, qualitativamente elevata.