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di Paolo Farinati

Abbiamo la fortuna di aver come protagonisti tre architetti di fama mondiale, al cui riconosciuto talento è stato affidato il compito di pensare e di creare la “nuova” Manifattura Tabacchi di Rovereto. Ovvero quella Tecnopolis, dentro e fuori la quale, la nostra comunità vuole con forza arrivare a costruire uno degli spazi più significativi per il proprio sviluppo. Ho notato che i giovanni percepiscono il progetto Manifattura come concreto simbolo di una nuova necessaria “rivoluzione culturale”, quella che, oggi più che nel passato, ha nella conoscenza, nell’innovazione, nella creatività i soli motori per poter continuare a fare impresa con soddisfazione e necessario profitto e, quindi, attraverso l’impresa consolidare sviluppo e benessere tra di noi e per noi. A metà dell’Ottocento, abbandonata la fiorente attività sul fiume Adige, per secoli via naturale di commerci e scambi verso nord e sud, la Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco fu fortemente rivendicata all’impero di Vienna, e divenne luogo e fabbrica di una condivisa rivoluzione economica e sociale per Rovereto e la Vallagarina. Da lì partì una filiera produttiva che per più di 150 anni seppe essere competitiva e seppe garantire nel tempo a migliaia di famiglie lavoro e serenità quotidiana. Oggi, all’inizio del terzo millennio, l’umanità vive la “rivoluzione” più importante che il mondo abbia mai conosciuto, quella inarrestabile messa in campo da più di 6 miliardi di persone, che giorno dopo giorno si presentano, e si presenteranno sempre più numerosi, sul proscenio del mercato globale. Come produttori, ma certamente anche come consumatori. Qui la differenza la farà la capacità non di temere tutto questo, ma di saperne cogliere le straordinarie irripetibili opportunità. E’ il prezzo che nella storia dell’uomo ha accompagnato ogni cambiamento epocale. La sostenibilità di tutto questo è un valore culturale e, quindi, necessariamente politico, ma anche economico ed imprenditoriale, laddove il rendere sostenibile il progressivo sviluppo dell’intera umanità offre opportunità che dobbiamo sin da subito saper cogliere, per continuare ad essere, nel contempo, protagonisti responsabili del nostro futuro. Rovereto vuole con determinazione proseguire nell’essere il polo produttivo principale del Trentino, è una sfida necessaria ed avvincente al tempo stesso. Personalmente non vedo alternative. Solo continuando a creare valore possiamo consolidare il nostro benessere, solo con il giusto e condiviso ruolo dell’impresa ci possiamo garantire tutto questo. La progressiva, e speriamo pacifica, integrazione economica del mondo intero c’impone nuove competizioni, che potremo vincere, come sempre del resto, solo aprendoci ancor più alla conoscenza, usando bene e magari meglio quello straordinario “muscolo” chiamato cervello, per essere tra quei milioni di strette di mano tra uomini ed imprenditori che caratterizzeranno la storia dell’umanità nei prossimi decenni. “Rovereto è un luogo unico, in cui la storia e la natura si fondono”, ci hanno detto convintamente insieme Alejandro Gutierrez, Carlo Ratti e Kengo Kuma. L’essere unico, esclusivo, è un grande valore, culturale ed economico, nel fare impresa è il vero valore che rende competitivi. Vediamo di meritarci queste parole. La pubblica Amministrazione, ovvero la Provincia Autonoma di Trento ed il Comune di Rovereto, sull’area della Manifattura Tabacchi hanno sin qui attuato scelte concrete ed importanti. D’ora in poi il mondo delle nostre imprese, tutte nessuna esclusa, l’intero sistema della formazione e della ricerca, gli Istituti superiori, l’Università ed FBK in primis, tutti noi, come comunità, siamo chiamati ad esserci, siamo chiamati a credere con convinzione, fiducia, passione e competenza che questa sfida va’ comunque giocata. Rendiamoci protagonisti della “nuova rivoluzione” del sapere e del creare. Se non lo faremo noi, lo faranno altri, probabilmente a molti chilometri da qui, ma già oggi e soprattutto ancor più in futuro, molto vicini a noi, stante che con la conoscenza, lo sviluppo tecnologico e scientifico l’uomo ha saputo rendere il “villaggio globale”, in maniera virtuosa ed affascinate, grande e piccolo allo stesso tempo. Paolo Farinati Rovereto, lì 22 marzo 2009

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